Installation Views, Tonel. La historia en paños rojos, Maschio Angioino, ph Michele Stanzione

INFO:

Progetto: Cuba Performativa

Titolo mostra/TitleTonel. La historia en paños rojos

Titolo mostra/TitleVideoarte cubana tra evasione e introspezione

A cura di/curated by: Giacomo Zaza

Inaugurazione/Opening: 31 ottobre/october h 18:00

Date/dates: 31 ottobre/october – 20 dicembre/december 2024

Ingresso gratuito/ free entrance

Dove/where: Maschio Angioino, Via Vittorio Emanuele III, 80133 Napoli

Orari / Hours : Lunedì – sabato / Monday – Saturday 10:00-13:00 / 14:00-17:00

CUBA PERFORMATIVA A NAPOLI CON: TONEL. LA HISTORIA EN PAÑOS ROJOS E VIDEOARTE CUBANA

Le Antisale dei Baroni al Maschio Angioino di Napoli aprono le porte a due mostre: Tonel. La historia en paños rojos e Videoarte cubana tra evasione e introspezione. Entrambe a cura di Giacomo Zaza, le due mostre fanno parte del progetto CUBA PERFORMATIVA prodotto da Andrea Aragosa per Black Tarantella e Black Art, con il patrocinio del Comune di Napoli e la collaborazione dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale.
Entrambe le mostre si potranno visitare gratuitamente fino al 20 dicembre 2024.

La prima mostra personale di Tonel a Napoli La historia en paños rojos, realizzata con il sostegno del Canada Council for the Arts, presenta un importante nucleo di opere inerenti agli ultimi vent’anni. Il titolo fa riferimento all’opera La Historia (siempre se envuelve a sí misma en paños rojos), alludendo all’idea che tanto la storia quanto la finzione ci vengono presentate come narrazioni.

Tonel (Antonio Eligio Fernández) sviluppa una particolare visione dell’essere umano, della società e delle sue interconnessioni. Frequenta la Storia e la memoria, collettiva e personale, con rimandi e allusioni al periodo della Guerra Fredda, tra la metà e la fine del secolo scorso. Così facendo elabora narrazioni che costruiscono un inconsueto rapporto rappresentativo con il mondo.

La mostra a Napoli si presenta in modo ironico e stratificato, carica di rimandi, a confondere gli spettatori, o invogliarli a considerare altri possibili scenari storici, al di là di quelli conosciuti e accettati. Tonel invita lo spettatore a una lenta e attenta, esplorazione di un universo fantasioso, ricco di temi e motivi narrativi, ricordandoci però, a lettere cubitali, che El tiempo no es dinero. E che dunque bisogna uscire dalla “colonizzazione” della vita da parte dell’economia.

In mostra emergono gli interessi di Tonel nei confronti dei programmi spaziali sovietici e americani (come le missioni russe “Soyuz” e quelle statunitensi “Apollo”). Nelle opere dove si percepisce il fascino per l’esplorazione scientifica del cosmo l’immagine elaborata da Tonel, si distacca totalmente dal significato politico e propagandistico del dominio dell’atmosfera esterna a cui puntavano (e forse ancora puntano) le grandi potenze.

Tonel conduce un viaggio intermediale (disegni, libri d’artista, installazioni con tondini di ferro, assemblaggi oggettuali, sculture di legno), che produce deviazioni simboliche, scenari ludici, parodistici, ma anche incessanti associazioni poetiche polisemiche.

La seconda mostra intitolata Videoarte cubana tra evasione e introspezione, si sofferma su alcune esperienze di sperimentazione video da Cuba, protagoniste della ricerca contemporanea dentro e fuori dell’isola. Dodici artisti contemporanei, attivi dagli anni Ottanta e Novanta (Juan Carlos Alom, María Magdalena Campos-Pons, Luis Gómez Armenteros, Tony Labat, Ernesto Leal, Sandra Ramos, Lázaro Saavedra) all’ultimo trentennio (Liudmila & Nelson, Javier Castro, Susana Pilar Delahante Matienzo, Glenda León, Grethell Rasúa), affermano lo sguardo empatico e pulsante della pratica video cubana, rivolto tanto ai registri immaginari e fantasiosi, quanto ai contesti urbani (le strade dell’Avana), ai comportamenti e alle abitudini, alle vicissitudini e ai desideri che legano l’individuo al gruppo. Uno sguardo che si sofferma sulle melodie e sulle sonorità tipiche (i ritmi afrocubani e i numerosi generi musicali, dalla timba al reggaeton).

Le esperienze presentate a Napoli offrono un percorso visivo corale e molteplice che mette in primo piano i frammenti decentrati di una narrazione d’impegno etico. Qui s’intrecciano spazio pubblico e spazio privato (spesso negato dai precetti del Comunismo), vicende socio-culturali con inattesi percorsi simbolici.

 

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