Titolo: Roma è una cometa
A cura di: Umberto Vattani, Cristiana Collu, Giuseppe D’ Acunto, Giampaolo Nuvolati e María Margarita Segarra Lagune
Dove: Ca’ Tron, Santa Croce 1957, Venezia
Date: dal 10 maggio al 23 novembre 2025
Orari di visita: Lunedì-venerdì 8:00-19:00; Apertura Chiusura 11-15 agosto 2025
Sponsor: Unipol
Coordinamento: Marco Marino
Supporto scientifico: Rosalia Vittorini
Contenuti video: Antonio Calandriello
Cartografia: Laura Canali
Supporto al report fotografico: Carlos Solito
Ingresso libero
Dal 10 maggio apre nello storico palazzo di Ca’ Tron, Roma è una cometa, un progetto collettivo di Umberto Vattani con Cristiana Collu, Giuseppe D’Acunto, Giampaolo Nuvolati e María Margarita Segarra Lagunes che partecipa alla 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2025: “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva.”, a cura di Carlo Ratti.
Roma è una cometa è un progetto immersivo e visionario che esplora la trasformazione urbana e culturale di Roma, partendo da un nuovo punto di osservazione.
Non si parte dal Colosseo né da San Pietro: questo progetto apre lo sguardo su un’altra Roma, dove il Palazzo della Farnesina, sede del Ministero degli Esteri dal 1960, diventa simbolo di un cambiamento epocale. Trasferito da Palazzo Chigi in un’area al di là del Tevere, quella del Foro Italico pensata da sempre per lo sport, il Ministero degli Esteri avvia una nuova vocazione culturale. 28 anni fa, su impulso dell’allora segretario generale Umberto Vattani nasce, prima del MAXXI, prima dell’Auditorium, la Collezione Farnesina che trasforma il Ministero in una vetrina dell’arte italiana contemporanea.
Nel giro di pochi mesi arrivano oltre 250 sculture e grandi tele accuratamente selezionate, ottenute in prestito gratuito, non essendoci fondi né la volontà di ricorrere a comodati onerosi. Una nuova mappa visiva del panorama artistico del Novecento che occupa gli spazi aperti e le sale del palazzo. e ha il sopravvento sulle linee architettoniche. Dal Futurismo all’Arte Povera, dall’Astrattismo alla Transavanguardia, fino all’sperimentazioni più recenti.
La Collezione suscita curiosità nei media, attira studenti, professionisti, critici d’arte, tanto da convincere il Ministero ad aprirla al pubblico.
Poi la visione si allarga: dall’arte all’architettura.
Osservando il territorio intorno al Ministero, si nota come gli edifici vicini appartengano tutti alla prima metà del secolo. Ma basta attraversare il Tevere per trovarsi in una Roma diversa: quella delle Olimpiadi del 1960, con opere come il Palazzetto dello Sport, l’Auditorium, lo Stadio Flaminio, il MAXXI e il futuro Museo della Scienza. Architetture che sottolineano il passaggio alla seconda metà del secolo, fino ai nostri giorni.
Il Palazzo della Farnesina, progettato da Enrico Del Debbio rappresenta una cerniera temporale tra le due metà del Novecento: da un lato il razionalismo monumentale del regime; dall’altro, lo slancio ricostruttivo della Repubblica. È l’unico edificio che tiene insieme passato e futuro, memoria e progetto.
Allora perché non ricucire l’architettura delle due sponde dell’ansa del Tevere, così come è avvenuto con l’arte nella Collezione Farnesina, per ricomporre una narrazione unitaria? Nasce così l’idea di dare un nuovo nome a questa area per ricucire le fratture del Novecento, riunificare le architetture le funzioni e i simboli – Foro Italico, Farnesina, Palazzetto dello sport, Stadio Flaminio, Villaggio Olimpico, MAXXI, Auditorium, Moschea, Ponte della Musica e futuro Museo della Scienza – e sottolinearne la vocazione: il Distretto del Contemporaneo.
Roma è una cometa compie un terzo passo: il Distretto diventa la nuova soglia, l’ingresso monumentale non solo della Roma antica ma anche della Roma di oggi: verde, sportiva, colta, internazionale. Da questa “testa cometa”, si apre un itinerario lungo la Via Flaminia che tocca Piazza Augusto Imperatore, la nuova Passeggiata archeologica, il quartiere della Piramide, l’EUR e temina a Ostia, delineando la scia di una forma urbis contemporanea, dal Novecento a oggi.
Dal progetto del Distretto, attivo da oltre sei anni, si estende una visione complessiva di Roma come città contemporanea, capace di rispondere alle sfide del sovraffollamento, della sostenibilità, dell’inclusione. Roma è una cometa invita a riscoprire Roma nella sua dimensione fluida, dinamica, collettiva. La mostra ricongiunge le presenze del contemporaneo, fino a Ostia, Roma sul Mediterraneo.
Scrive Umberto Vattani: “Questo progetto apre lo sguardo su un’altra Roma. “Roma è una cometa” rovescia la visione consueta sulla città. Non parte dalla Roma antica, dai confini delle mura Aureliane o dalle mappe marmoree di Settimio Severo. Parte da una Roma altra, in movimento. Da un quadrante urbano Il Distretto del Contemporaneo dove il Tevere si apre come un parco fluviale, abitato, vivo. Riemerge una verità dimenticata: Roma è nata sul Tevere. E grazie al suo fiume è, da sempre, anche città marittima. Le guide tradizionali iniziano dalle rovine. Questo taccuino propone una narrazione diversa soffermandosi su tutte le presenze della contemporaneità: una nuova Forma Urbis che apre al futuro.
L’installazione
Roma è una Cometa propone un’esperienza immersiva che trasforma lo spazio espositivo in una rappresentazione avvolgente della Città Eterna, esplorata nella sua dimensione contemporanea urbana e simbolica. Un’installazione collettiva che rovescia lo sguardo tradizionale sulla città, con l’obiettivo di raccontare una Roma viva, inquieta, sorprendente.
Allestita presso Ca’ Tron, sede storica dell’Università Iuav di Venezia, la mostra si sviluppa all’interno di una sala dal soffitto voltato, elemento architettonico che diventa fulcro dell’installazione. Un controsoffitto sospeso accoglie una rappresentazione di una vista notturna di Roma, evocando la città come una costellazione luminosa.
L’installazione site-specific ospitata nello storico palazzo cinquecentesco affacciato sul Canal Grande, presenta a terra una grande mappa/pavimento firmata da Laura Canali che descrive il tracciato della cometa; sulle pareti, sei schermi proiettano immagini video accompagnate da una voce narrante in italiano e in inglese; sul soffitto, una proiezione completa l’esperienza visiva.
Inoltre, è stato realizzato un blocco a strappo che riproduce la Forma Urbis della Roma contemporanea, dal Novecento a oggi, offrendo ai visitatori uno strumento visivo immediato per comprendere l’evoluzione della città.
Il progetto è promosso dalla Venice International University – VIU, Università Iuav di Venezia, Università degli Studi Roma Tre. Distretto del Contemporaneo, DOCOMOMO Italia, con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Ministero della Cultura – Direzione Generale Creatività Contemporanea; Ministero dell’Università e della Ricerca; Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare; Ministero del Turismo; Accademia di Belle Arti di Roma; Accademia di San Luca; Fondazione Querini Stampalia; MAXXI; Accademia dei Lincei; Pontificia Università Gregoriana; Pontificia Università della Santa Croce; Società Geografica Italiana; Istituto Nazionale di Astrofisica; Comune di Roma Capitale; Regione Lazio.