Titolo: ULIANO LUCAS Altre voci, altri luoghi
Fotografare per comprendere il mondo intorno a noi

Data: inaugurazione 3 febbraio 2024 ore 17.00
Durata: 3 febbraio – 5 maggio 2024
Luogo: CARMI museo CARRARA e Michelangelo – Carrara (MS)

ULIANO LUCAS Altre voci, altri luoghi

CARMI museo CARRARA e Michelangelo – Carrara (MS)

Il MUSMA riapre i propri spazi riallestendo seguendo un ordine cronologico, le sale del piano superiore. L’allestimento studiato e determinato nel corso degli anni, è indirizzato a evidenziare legami, relazione tra gli artisti.

Un vero e proprio processo di tessitura in cui il filo cronologico incontra l’ordito di fatti e relazioni, tra artisti, come già detto e/o gruppi, movimenti e scuole. Tale visione curatoriale, è volta a rendere sempre più leggibile il linguaggio della scultura contemporanea. Grazie alla proficua relazione con l’Istituto di Conservazione e Restauro sede di Matera che contribuisce alla conservazione e il restauro di molte opere della nostra collezione, attraverso alcuni casi studio ha aperto nuove possibilità di dibattito nell’ambito del restauro del contemporaneo.

E proprio in riferimento a quanto detto che, tra le stanze di palazzo Pomarici nello specifico nella sala 4 saranno riunite le opere di Maria Lai facenti parte della collezione permanente. Le opere sono: “Cuore mio 2002”, “La torre, 1971-2002” e “Sa domu de su dolu, 2002”. Tale scelta è stata dettata proprio dal recente caso studio di tesi sull’opera “La Torre” ad opera di una allieva dell’ICR, Silvia Donati che ha per l’occasione intervistato Maria Sofia Pisu nipote di Maria Lai.

La torre” attesta la grande capacità di Maria di ricreare la realtà; di riscrivere la memoria di un oggetto offrendo ad esso un’altra dimensione. L’opera è costituita dall’assemblaggio di due gruppi di infissi lignei sovrapposti, dipinti di bianco e nero, trame, nodi di spago dipinto. Tale descrizione evidenzia che la parte inferiore dell’opera, la parte bianca, è in realtà il Telaio campestre del 1971 che Maria ripensa e riutilizza per realizzare l’opera che celebra l’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York e che data al 2002.

Cuore mio e Sa domu de su dolu, ci raccontano un’altra Maria, colei che trasforma in opere le parole scritte nei racconti di Cambosu suo professore, il quale insegna a Maria il ritmo e il respiro delle parole mute.

I fili, i pani, le tre opere della “piccola capretta ansiosa di precipizi” entreranno in dialogo, una seconda volta, con l’opera del cagliaritano muralista Crisa che, nel 2019, in occasione del centenario della nascita dell’artista, su commissione dei familiari ha realizzato sulla facciata dello studio di Maria a Cadeddu un intervento grafico.

Nella sala del MUSMA nasceranno nuove “GEOGRAFIE” proprio come faceva Maria che diceva riguardo le stesse: “Cerco spazi cosmici, cieli, spazi lontanissimi però tattili. Gli spazi che cerco non sono tanto in una superficie, quanto al di là di essa…Le mappe astrali rispondevano all’esigenza di un rapporto con l’infinito, di una dilatazione e proiezione sulla lontananza…Sono un invito al viaggio.

L’ opera che Crisa realizzerà per il MUSMA sarà una geografia immaginaria composta da sezioni che racconteranno Matera, il suo paesaggio, il suo cambiamento urbanistico, lo spopolamento. Si sovrapporranno al dipinto degli inserti circolari dipinti e incisi; veri e propri focus sulla memoria dell’umanità. Quasi fossero quelle memorie che sono venute a definirci, come esseri umani che sintetizzerò attraverso una serie di parole: flussi migratori/cambiamenti/assestamenti/spostamento.

Nelle porzioni della sua geografia: i sassi, fermi e stabili sono i guardiani del tempo storico di questa città, le canne al vento simbolo di libertà crescono spontanee nelle zone di periferia. l fili connettono gli esseri umani al paesaggio.

Nella sala del MUSMA Crisa traccerà geografie immaginarie, proprio come faceva Maria che diceva riguardo le stesse: “Cerco spazi cosmici, cieli, spazi lontanissimi però tattili. Gli spazi che cerco non sono tanto in una superficie, quanto al di là di essa…Le mappe astrali rispondevano all’esigenza di un rapporto con l’infinito, di una dilatazione e proiezione sulla lontananza…Sono un invito al viaggio.”

L’opera che Crisa realizzerà per il MUSMA sarà un invito ad andare oltre: “Una geografia immaginaria composta da (sezioni) o  (frammenti di mondo) che racconteranno un territorio con il suo paesaggio e il suo cambiamento urbanistico e lo spopolamento. La sua chiave di lettura accompagna Matera a specchiarsi in questa visione. Al dipinto si sovrapporranno degli inserti circolari dipinti e incisi; veri e propri focus sulla memoria dell’umanità. Un reperto di memorie che sono venute a definirci, tali concetti sono i  flussi migratori i cambiamenti gli assestamenti e lo spostamento.”

Nelle porzioni della sua geografia: i sassi, fermi e stabili sono i guardiani del tempo storico di questo scenario , le canne al vento simbolo di libertà crescono spontanee nelle zone di periferia. l fili connettono gli esseri umani al paesaggio. Crisa  come un sismografo capta con sensibilità il terreno e cerca di tracciare il mondo.

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